## Un anno stellare
L'anno 2024 dell'Inter volge al termine e può essere riassunto così:
Inizio con la vittoria della Supercoppa e conquista del 20esimo scudetto. Attualmente, i nerazzurri sono in vetta alla classifica e in corsa per tutti gli obiettivi.
## Pagellone 2024
**YANN SOMMER 7,5**
Maestro delle imbattute. Mantenere la porta inviolata è ormai una consuetudine, rendendolo un punto di riferimento per le statistiche da record. Nessuno in Europa e in Italia ha protetto la propria area come lo svizzero (28 volte imbattuto) grazie all'eccellente lavoro difensivo della squadra e ai suoi riflessi spesso determinanti in situazioni di equilibrio.
**JOSEP MARTINEZ SV**
Una sola presenza, in Coppa Italia contro l'Udinese, con porta inviolata e una grande parata su Traoré nel finale. Il futuro probabilmente è suo, ma per ora deve attendere pazientemente il proprio turno.
**RAFFAELE DI GENNARO SV**
Veterano nerazzurro, silenzioso e felicissimo di potersi allenare ad Appiano Gentile. Una sola presenza da 45 minuti contro il Verona e prestazione da protagonista. Peccato per l'infortunio che lo terrà fuori ancora per un po'.
**BENJAMIN PAVARD 6,5**
Quando necessario, ha fatto valere il suo status nobiliare, garantendo alla squadra copertura e baldanza offensiva. Ancora alla ricerca del suo primo gol, ma non sembra preoccuparsene troppo. Alcuni problemi fisici di troppo avrebbero potuto essere evitati, così come alcune svagatezze in campo che non gli rendono giustizia. Tuttavia, quando il gioco si è fatto duro, Benji ha messo da parte il suo animo allegro e ha mostrato i denti.
**FRANCESCO ACERBI 8**
Ha firmato la famosa partita del 22 aprile e ne doveva tanto. Il suo fisico un po' usurato dall'età, quando lo ha sostenuto, gli ha permesso di mettere a tacere tutti gli spauracchi offensivi avversari. Romalu Lukaku, Dusan Vlahovic, Erling Haaland e altri ancora hanno visto con mano quanto sia robusta l'esperienza di chi bazzica i rettangoli di gioco da tempo immemorabile. Peccato per le sempre più frequenti assenze che costringono a riflettere sul futuro.
**ALESSANDRO BASTONI 9**
Quando i virus influenzali lo hanno ignorato, ha mostrato al mondo del calcio quanto un sinistro possa fare la differenza per una squadra. Stagione di altissimo livello, che lo conferma come il miglior interprete al mondo del suo ruolo. Arma offensiva di distruzione di massa, ha saltato con le sue iniziative parecchie organizzazioni difensive e con i suoi cross ha regalato parecchie gioie ai compagni. Anche il suo senso della marcatura è migliorato.
**YANN BISSECK 7,5**
Se cercassimo sul dizionario la voce "upgrade", troveremmo il suo sorriso incorniciato dalle treccine. Mastodontico solo per il fatto di esistere, con il lavoro e la perseveranza ha ridotto le svagatezze tattiche e tecniche e ha metabolizzato la filosofia di Inzaghi, diventandone rapidamente un punto di riferimento per la difesa. Imbattibile nel gioco aereo, con il pallone al piede ha costretto parecchi avversari a disperati inseguimenti, confermandosi un difensore atipico. C'è ancora qualche angolo da smussare, ma mentalmente il tedesco è stato sul pezzo tutto l'anno.
**STEFAN DE VRIJ 7**
Anche quest'anno ha dovuto combattere contro i fantasmi che lo perseguitano: l'olandese è quello che fa girare gli attaccanti avversari, è quello fisicamente fragile, è quello che non può sostituire Acerbi e così via. Una sfilza di luoghi comuni di cui lui, come al solito, si è fatto beffe dimostrando, a 32 anni e con un super Europeo alle spalle, di essere ancora tra i migliori interpreti del ruolo di centrale in una difesa a tre. Padrone dell'area di rigore, nei momenti in cui l'Inter ha dovuto respirare concedendo il pallone agli avversari, si è fatto carico di tutte le necessità della squadra e l'ha protetta con energia e delicatezza. Qualche passaggio a vuoto da cui però si è saputo risollevare, rispondendo presente quando c'è stato bisogno di spremerlo oltre le abitudini.
**CARLOS AUGUSTO 7**
Vivere all'ombra di Dimarco o Bastoni deve essere frustrante, ma il brasiliano ha affrontato l'incarico senza troppa ansia, consapevole della sua importanza nei momenti più difficili. Da esterno sinistro o da braccetto ha regalato parecchie soddisfazioni a Inzaghi, che proprio nella fase in cui ha dovuto rinunciarvi ha dovuto spremere contro voglia i colleghi, perdendo un pizzico di equilibrio nelle rotazioni. La novità tricologica che si è regalato per la seconda stella va di pari passo con la crescita di consapevolezza, alimentata dai due gol firmati al tramonto dell'anno solare.
**TOMAS PALACIOS SV**
Impossibile giudicarlo, minuti in campo insufficienti. Ad oggi c'è solo da fidarsi della dirigenza che ha deciso di fare un investimento per portarlo a Milano. Caratteristiche fisiche e tecniche non indifferenti, una bella sfida per Inzaghi e il suo staff.
**DENZEL DUMFRIES 7,5**
Giocatore indescrivibile, che anche nel 2024 ha messo in crisi i pagellisti di ogni latitudine. L'olandese è passato da prestazioni insapori ad altre in cui tra assist, gol e rigori procurati si è elevato a one man show. Neanche quest'anno è migliorato dal punto di vista tecnico, dopotutto chi nasce tondo... Però la forza mentale che porta in campo assieme ai parastinchi lo ha reso un elemento quasi insostituibile per attitudine difensiva e approccio alla partita. Dopo il tanto agognato rinnovo, parallelamente alla crescita della condizione fisica, ha aumentato i giri del motore tornando a essere una delle chiavi del gioco di Inzaghi.
**NICOLO' BARELLA 9**
Uno dei simboli del 20esimo scudetto. L'interismo è solo l'ultima delle sue qualità, perché quando è stato sul rettangolo di gioco ha indossato i panni del trascinatore dando l'esempio ai compagni. Inutile chiedergli di risparmiarsi, l'indole lo ha sempre portato al limite delle proprie forze, spostando l'asticella persino oltre quando necessario. Mentre chi gli stava intorno perdeva colpi, il sardo ha persino aumentato il suo rendimento, agendo praticamente in tutti i ruoli del centrocampo. All'esuberanza fisica e tecnica ha aggiunto quella che ancora gli mancava: l'etica conservativa. Pochi gol, ma importantissimi e bellissimi.
**HAKAN CALHANOGLU 9**
Leader massimo del centrocampo, registra di film d'azione e di kolossal, ha vissuto il 2024 su una montagna russa emotiva. Forse l'unico vero insostituibile di questa Inter, ha reinterpretato il ruolo davanti alla difesa dividendosi tra il medianismo e il trequartismo. Carattere ferreo, ha guidato la sua squadra con gol e assist, interrompendo una striscia infinita di rigori falliti forse nella serata meno opportuna. Lo Scudetto conquistato in casa del Milan è stata la sua rivincita più appagante, che naturalmente ha preferito tenersi dentro.
**HENRIKH MKHITARYAN 8,5**
Si dice che abbia ben nascosto in soffitta un suo ritratto che invecchia al posto suo. Altrimenti non si spiegherebbe come anche negli ultimi 365 giorni, che per un classe '89 solitamente vanno a una velocità doppia di percezione e pesantezza, abbia mantenuto altissimo il suo apporto alla causa. Inzaghi non lo ammetterà mai, ma si farebbe chiudere in uno scantinato al buio senza cibo né acqua piuttosto che lasciare in panchina l'armeno, perché tatticamente, tecnicamente e per presenza di spirito è un vero e proprio professore. Le prestazioni sotto tono si contano sulle dita di una mano, perché la dote principale del Dorian Gray armeno è quella di incidere senza farsi vedere e serve davvero l'occhio esperto per capirlo.
**FEDERICO DIMARCO 9**
Numeri che imbarazzano persino certi attaccanti più quotati, per il canterano è stata l'anno della definitiva consacrazione. Tutta la qualità mostrata dal suo ritorno in nerazzurro, quasi in sordina, ha trovato la sublimazione nella stagione dello Scudetto. In coppia con Bastoni sembrano Stursky & Hutch, non c'è un caso che non sappiano risolvere e sono sempre pronti all'azione. Il resto lo ha messo lui con quel piede sinistro talmente illegale da essere considerato arma impropria persino nei peggiori bar di Caracas. Tra un golazo e l'altro ha rifornito i compagni